Opere di Giambattista Vico, Volumen4

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Società tipog. de' classici italiani, 1836
 

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Página 367 - ... tal presagio: che egli o ne morrebbe o aerebbe soprawivuto stolido. Però il giudizio in niuna delle due parti, la Dio mercé, si avverò; ma dal guarito malore provenne che indi in poi e' crescesse di una natura malinconica ed acre, qual dee essere degli uomini ingegnosi e profondi, che per l'ingegno balenino in acutezze, per la riflessione non si dilettino dell'arguzie e del falso.
Página 228 - ... secoli nono, decimo, undecimo, duodecimo (lo che non avvenne a Virgilio), se non avesse saputo affatto né della scolastica né di latino, sarebbe riuscito più gran poeta, e forse la toscana favella arebbe avuto da contrapporlo ad Omero, che la latina non ebbe.
Página 376 - Virgilio; e fu sorpreso da tanta ammirazione che s'invogliò di studiare sui poeti latini, da quel principe facendo capo. Quindi, cominciandogli a dispiacere la sua maniera di poetar moderna, si rivolse a coltivare la favella toscana sopra i di lei principi, Boccaccio nella prosa, Dante e Petrarca nel verso...
Página 386 - Verso il fine della sua solitudine, che ben nove anni durò, ebbe notizia aver oscurato la fama di tutte le passate la fisica di Renato Delle Carte...
Página 391 - Vico benedisse non aver lui avuto maestro nelle cui parole avesse egli giurato, e ringraziò quelle selve fralle quali dal suo buon genio guidato aveva fatto il maggior corso dei suoi studi senza niun affetto di setta, e non nella città nella quale, come moda di vesti, si cangiava ogni due o tre anni gusto di lettere.
Página 369 - ... padri a insegnarsi nella scuola prima e in quella dell'umanità, e passò l'ottobre seguente a studiare la logica. Nel qual tempo, essendo di està, egli si poneva al tavolino la sera, e la buona madre, risvegliatasi dal primo sonno e per pietà comandandogli che andasse a dormire, più volte il ritruovò aver lui studiato infino al giorno; lo che era segno che, avvanzandosi in età tra gli studi delle lettere, egli aveva fortemente a diffendere la sua stima da letterato.
Página 384 - ... corpo, per difetto di buona metafisica rimasto di mente limitata, dovette porre principio di filosofia il corpo già formato e diviso in parti moltiformi ultime composte di altre parti, le quali, per difetto di vuoto interspersovi, finselesi indivisibili; ch 'è una filosofia da soddisfare le menti corte de' fanciulli e le deboli delle donnicciuole.
Página 36 - ... così noi, in meditando i principi di questa Scienza, dobbiamo vestire per alquanto, non senza una violentissima forza, una sì fatta natura; e in conseguenza ridurci in uno stato di una somma ignoranza di tutta l'umana e divina erudizione, come se per questa ricerca non vi fussero mai stati per noi nè Filosofi nè Filologi: e chi vi vuoi profittare, egli in tale stato si dee ridurre, perché nel meditarvi non ne sia egli turbato e distolto dalle comuni invecchiate anticipazioni.
Página 374 - Imperciocché egli già di mente metafisica, tutto il cui lavoro è intendere il vero per generi e con esatte divisioni condotte fil filo per le spezie de' generi ravvisarlo nelle sue ultime differenze, spampinava nelle maniere più corrotte del poetare moderno che con altro non diletta che coi trascorsi e col falso. Nella qual maniera fu confermato da ciò che, dal padre Giacomo Lubrano " (gesuita d'infinita erudizione e credito a que...
Página 13 - ... gradi e gli estremi, per li quali e dentro i quali, come ogni altra cosa mortale, deve essa umanità delle nazioni correre e terminare, onde con iscienza si apprendessero le pratiche come l'umanità d'una nazione, surg-endo, possa pervenire a tale stato perfetto, e come ella, quinci decadendo, possa di nuovo ridurvisi. Tale stato di perfezione unicamente sarebbe: fermarsi le nazioni in certe massime cosi dimostrate per ragioni costanti come praticate co...

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