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soluta di forme leonesi. 1) Fu composto sulla fine del sec. XII o nei primi anni del XIII; il Dozy fondandosi sul commiato del poema gli assegna la data del 1207. L'autore è ignoto; il Pietro Abbate nominato al v. 3731 non è che lo scrivano. Egli probabilmente copiò da altro ms. ma è certo che il poema, prima di essere scritto, visse a lungo nella memoria dei giullari.

Il poema non fu mai veramente popolare. Se esso non è una diretta imitazione delle chansons francesi, ne risente però tanto da poter dire che o non sarebbe nato o almeno non avrebbe avuto la forma che ha presentemente se i costumi e i poemi francesi non fossero stati accettati in Ispagna fino dal tempo di Alfonso VI (1108): accettati, ben inteso, dalla classe guerriera e feudale. Fiori veramente popolari sono in Ispagna i romances: di creazione popolare i primitivi, di imitazione popolare quelli dei secoli xvi e xvII; i lunghi poemi di cui si dilettava la feudalità franca e la castigliana del '200 sono contrari all'indole del popolo spagnolo. Basti, a segnare il distacco, l'osservare che il nome stesso «myo Cid » tanto ripetuto nel poema non si incontra neppure una volta nei romanceros.

Il poema non è dunque schietta poesia popolare: ciò non toglie ch'esso sia veramente nazionale. Già, nel secolo XII, in Ispagna la vera nazione non era, come oggi, la somma di tutto il popolo, ma quella casta

1) Però forme come: pueden, fueren in assonanze in ó dovevano suonare: póden, ecc.

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feudale e bellicosa che sosteneva da secoli l'urto degli Arabi; ella sola rappresentava la Spagna contro i Mori, il cristianesimo contro l'islamismo: essa solamente poteva creare una poesia guerriera, spagnola e cristiana, e di tal poesia compiacersi. Il distacco tra nobiltà e plebe non fu certo così reciso come in Francia: la presenza del comune nemico accomunava gli interessi, ma non valse ad accomunare il gusto e gli intenti poetici. Ad ogni modo l'anonimo autore del poema non fu di certo un menestrello volgare; egli ha inteso e reso il sentimento patrio, ha saputo darci vive le costumanze e le immagini de'suoi guerrieri; nella figura del Cid ha scolpito una statua al cui confronto i Cid delle commedie del '500 sono figurine di Sassonia in giubba gallonata. Ad essere un vero poeta non gli mancò l'anima ma l'arte, e forse più per colpa dei tempi che sua.

Del poema ho dato circa 1500 versi, cioè quasi la metà, e trascelsi quei passi che a giudizio degli autori spagnoli sono i più belli, o quelli che meglio si prestano a osservazioni sui costumi e sulle leggi o a questioni di lingua e di metrica. Mi sono fedelmente attenuto al testo e all'ortografia del ms. secondo l'edizione Vollmöller e per i versi 3523-32, 3571-3688 al fac-simile del ms. stesso. Solamente, per evitare un soverchio ingombro di note, ho segnato nel testo quelle correzioni che si possono rappresentare con parentesi curve o quadrate: le prime() segnano ciò che a parer mio è da togliere, le seconde [] ciò che è da aggiun

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gere; sicchè per avere la lezione diplomatica basta leggere tutto ciò che è nel testo tranne quello che è in parentesi quadra. Di esse correzioni, molte non sono mie; in nota ho reso, più scrupolosamente che ho potuto, unicuique suum. Le poche indispensabili nozioni geografiche e intorno ai personaggi nominati, o riguardo alle credenze, ai costumi, all'abbigliamento guerresco, si cerchino nell'Indice dei nomi propri o nel Glossario; le note sono esclusivamente riservate alla critica del testo.

Una bibliografia del poema sarebbe qui intempestiva. Le edizioni del poema da me confrontate sono: (S.) SANCHEZ: PC. nella: Coleccion de poesias castellanas anter. al sig. xv. 1779 (D-H) DAMAS-HINARD: PC. texte espagnol, accomp. d'une traduction française, de notes, d'un vocabul. et d'une introduction. 1858 (J.) JANER: PC. nella: Bibliot. de autores esp. tomo 57°. 1864 - KARL VOLLMÖLLER: PC. nach der einzigen madrider Handschrift. 1879. - Trattandosi di un solo manoscritto, non ho notato le differenze grafiche introdotte specialmente dai primi editori per ringiovanire l'ortografia e rendere più intelligibile il testo; esse dipesero dal capriccio e non sono varianti nè vere correzioni. Mi riferisco poi sovente ai seguenti libri o studî speciali: (Rios) AMADOR DE LOS RIOs. Hist. critica de la Literat. española. 1861-65 - MILÀ, op. cit. (BAIST) G. BAIST: recensione dell' ediz. Vollmöller in : Literaturblatt für germ. und rom. Philologie. 1880 (CORNU) E. CORNU: Etudes sur le poème du Cid in:

Romania, vol. X-1881

(R.) A. RESTORI: Osservazioni sul metro, sulle assonanze e sul testo del PC. 1887 - NYROP: Remarques sur le texte du Poema del Cid, in: Romania. 1889. Si annuncia una nuova edizione, del prof. KÖRBS. Crónica Rimada. Con questo nome si suole comunemente indicare un frammento di 1226 scorrettissimi versi, che dopo aver male e interrottamente accennato ad alcuni fatti e leggende di Castiglia, prendono ad argomento la giovinezza del Cid. Perciò il Duran propose di chiamarla Leyenda de las mocedades del Cid; più spiccio è il titolo usato dal Milà: El Rodrigo. 1) Questo curioso documento ha dato luogo a molte e interessanti dispute, si per la forma che pel contenuto. Quanto alla forma, il testo è così vituperosamente concio che lascia adito ad ogni supposizione; pare asso: dato almen questo, che nella Rimada si debbano distingueretre, per così dire, elementi costitutivi: squarci di cronica in prosa ai quali col ricercare frequenti assonanze vezzo comune delle croniche spagnole medievali - si è tentato dare un'apparenza poetica; brani,

1) Il ms. della Rimada è a Parigi (Bibl. imperiale, N. 9988) ed è della fine del XIV o dei primi del xv secolo. Lo segnalò per primo E. OCHOA, Catálogo razonado de los mss. españoles en la Bibl. de Paris. 1844, pag. 105 - Edizioni: 1a FRANC. MICHEL, col concorso di F. WOLF, nel vol. 116 dei Wiener Jahrbücher. 1846 2a DURAN, Appendice IV al Romancero general, vol. 16o della Bibl. de Autores esp.es 1851 3a DAMAS-HINARD, in app. al PC. con note e trad. francese. 1858. La 2a e la 3a derivano dalla 1a, non dal ms.

con poca fedeltà ricordati o con incredibile trascuratezza copiati, di romances popolari: donde la frequenza di emistichi ottosillabi; infine lo sforzo evidente del compilatore - non oso dire poeta - di fondere questa ribelle materia nella forma solita giullaresca, cioè nel metro alessandrino.

Quanto al contenuto esso abbraccia le prime imprese del Cid fino alla immaginaria spedizione in Francia. Senza entrare nella questione se la Rimada sia stata composta prima o dopo del Poema del Cid, noi possiamo dire che essa non è di tanto anteriore o di tanto posteriore da rappresentarci në la prima gemma, nè un tardo fiore dell' epopea cidiana; la differenza tra il Cid del poema e il Cid della Rimada non dipende da intervallo di tempi, ma da diversità di origine; il primo è il Cid feudale e cortigiano, il secondo è il Cid popolano, quel Cid che continuò a vivere nei romances e nei racconti fantasiosi e orgogliosi della moltitudine. Il valore della Rimada sotto questo aspetto è indiscutibile, ed è forse il solo ch'ella abbia.

I due passi da me scelti si riferiscono alla spedizione contro la Francia. Nel primo il Dozy ha creduto riconoscere tutto o parte di un antico canto guerresco in onore di Ferdinando I il Grande; certo ha segni di alta antichità, e dei varî materiali accozzati nella Rimada è forse quello che, all'apparenza, ha più remota origine. Il secondo è, metrica a parte, un vero romance popolare, l'espressione schietta e rude dell'odio spagnolo contro la Francia del sec. XII. Quanto

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